Stagione 2012/2013

BRUNDIBAR

Direttore

Jos Maria Sciutto

Regia

Cesare Scarton

Voci Bianche del Teatro Costanzi

DIPARTIMENTO DIDATTICA E FORMAZIONE




 

dal 23 al 26 gennaio 2013

Prima rappresentazione

23 Gennaio 2013

 

 

Il 23 settembre 1943 ebbe luogo la prima rappresentazione dell’opera per bambini Brundibár nella fortezza di Theresienstadt (in ceco Terežín), a 60 km da Praga, dove a partire dal 1942, vennero concentrati ebrei di una certa notorietà.

 

Nonostante a Terežín le condizioni di vita del campo fossero in tutto simili a quelle degli altri campi di concentramento, le autorità naziste lo avevano organizzato in modo tale da ingannare l’opinione pubblica internazionale: gli stessi ebrei avevano infatti facoltà di promuovere una serie di iniziative culturali nell’ambito dell’Organizzazione del tempo libero, gestita da artisti e pienamente riconosciuta, dopo un periodo di semiufficialità, nel marzo 1943.

 

La presenza di un gran numero di compositori, strumentisti e cantanti rese possibile realizzare numerose manifestazioni musicali, vennero allestite opere del grande repertorio e lavori dei compositori deportati. La messinscena che ebbe maggior successo fu quella di Brundibár (“Lo strimpellatore”), opera per bambini composta dal musicista ceco Hans Krása, deportato a Terežín e incaricato di dirigere la Sezione Musica dell’Organizzazione del Tempo Libero.

 

Dalla prima rappresentazione l’opera fu messa in scena cinquantacinque volte, fino all’ultima recita del giugno del 1944 in occasione dell’ispezione della Croce Rossa Internazionale, in seguito alla quale i protagonisti furono trasferiti ad Auschwitz. Il 18 ottobre di quell’anno Krása trovò la morte in una camera a gas.

 

Brundibár va letto come una limpida denuncia della situazione dell’epoca. Il piccolo apologo è in realtà un manifesto etico che invita ad aver fiducia nel bene che non potrà non trionfare sul male, qui incarnato da Brundibár, un suonatore d’organetto arrogante e prepotente, dietro cui sembra stagliarsi l’ombra del dittatore. Gli ideali di solidarietà e convivenza civile consentono anche a chi è debole e indifeso di riaffermare la voce della verità e della giustizia. In tal modo la tenue favola si trasforma nella vittoria contro la tirannide grazie a un risveglio collettivo. Ed è stato senza dubbio questo messaggio a infondere ai martiri di Terežín la speranza nel futuro e la forza di conservare dignità e rispetto per se stessi.

Dove

Teatro Nazionale

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