C’era una volta, tanto tempo fa, un vasto regno lontano dove viveva la Fata Carabosse. Il giovane Re Florestan, desideroso di ampliare il suo regno, volle tutte le sue terre e ne cacciò Carabosse con la forza. Più tardi, si sposò e dopo diversi tentativi, la Regina rimase incinta.
Prologo: il battesimo
Il Re e la Regina organizzano una grande festa per celebrare il battesimo della figlia Aurora. La madrina, La Fata dei Lillà (fiore simbolo dei primi amori) e tutto il suo seguito sono invitati. Ogni fata (la Fata della Grazia, la Fata del Coraggio, la Fata della Generosità, la Fata della Bella Voce e la Fata del Temperamento) pone un dono sulla culla della giovane Principessa.
All’improvviso risuonano dei fulmini a ciel sereno e Carabosse appare circondata da orribili mostri. Furiosa, per non essere stata invitata e per sete di vendetta, getta un sortilegio sulla Principessa. Il giorno del suo sedicesimo compleanno, Aurora si pungerà il dito con un fuso e morirà. La Fata dei Lillà scongiura il sortilegio di Carabosse dichiarando che la Principessa non soccomberà a questa puntura: cadrà in un sonno profondo che, solo un Principe dal cuore puro, risveglierà con un bacio d’amore vero. Carabosse infuriata lascia il palazzo.
Per scongiurare il sortilegio di Carabosse, Florestan fa interdire l’uso del fuso in tutto il regno, pena la morte.
Atto primo: il sortilegio
Dopo questo terribile evento, 16 anni sono passati e Carabosse continua a pensare alla sua vendetta. Alle soglie del castello, nonostante tutte le precauzioni prese, si fermano tre vecchie donne munite di pericolosi ferri da maglia. Il Re, ricordandosi della profezia di Carabosse e temendone la vendetta, è sul punto di condannarle a morte, ma la Regina lo fa ragionare e le grazia. I giardinieri del Palazzo offrono loro un gioioso divertissement per celebrare il sedicesimo compleanno della Principessa.
Per questa occasione, sono venuti dai regni vicino, quattro giovani Principi, dall’aspetto altero e cavalleresco con lo scopo di sedurre e sposare Aurora. Lei però non è attratta da nessuno di loro. La festa giunge al culmine quando all’improvviso arriva una donna vestita di nero che offre all’innocente Principessa un fuso, oggetto che suscita la sua meraviglia non avendone mai visto uno. Gli astanti tentano di togliere dalle mani della giovane fanciulla il pericoloso fuso, ma è troppo tardi: Aurora si punge il dito, vacilla e cade a terra inanimata.
La vecchia altri non è che Carabosse, venuta affinché si realizzasse la sua profezia e per vendicarsi dell’ingratitudine del Re. Carabosse, nonostante il coraggio dei Principi, grazie alla sua arte malefica riesce a fuggire. La Fata dei Lillà rassicura i presenti, affermando che la Principessa non è morta, è soltanto caduta in un sonno profondo come lei stessa aveva predetto. I quattro Principi portano Aurora nei suoi appartamenti.
La Fata dei Lillà, grazie ai suoi poteri magici, fa cadere tutti in un profondo sonno. I cancelli del castello si chiudono.
Atto secondo: la visione
Cento anni sono passati. In una contea lontana, il giovane Principe Désiré prende parte a una battuta di caccia. Tutte le dame della corte non hanno occhi che per lui e lui sembra intenzionato a sedurre la bella Contessa, cosa che il Conte vede di malocchio. Ben presto tutto quello che lo circonda lo annoia e preferisce restare solo, lontano dalla mondanità e dai giochi libertini.
Appena solo, è rapito da una musica celestiale che proviene dalla foresta: parte subito alla ricerca della dolce melodia. La Fata dei Lillà compare innanzi a lui e gli chiede la causa della sua tristezza. Il Principe le risponde che la vita non ha alcun senso per lui poiché non ha mai conosciuto il vero amore. Davanti ai suoi occhi increduli la Fata fa apparire Aurora, come in un sogno. Désiré se ne innamora immediatamente e supplica la Fata di condurlo da lei.
Dopo un lunghissimo viaggio attraverso contee sconosciute, giungono nei pressi del castello addormentato.
La luce crescente e il suono lontano, che indicano l’arrivo della Fata dei Lillà, mettono in fuga Carabosse e il suo seguito. Sotto l’incantesimo della Fata dei Lillà, i cancelli si aprono e il Principe entra nel castello senza vita. Trova lungo la strada solo persone addormentate e alla fine raggiunge la stanza di Aurora. Affascinato dalla bellezza verginale della Principessa, Désiré non può non baciarla, rompendo in questo modo il sortilegio. Carabosse, annientata dalla forza dell’amore, è inghiottita dalle tenebre. Aurora si risveglia, insieme a tutti gli abitanti del castello. In silenzio, affascinati l’uno dall’altra, Désiré chiede al Re e alla Regina la mano della Principessa. Loro acconsentono.
Atto terzo: le nozze
Per celebrare le nozze d’Aurora e Désiré, sono invitati alla festa numerosi personaggi di racconti di fate: L’Uccello blu e la Principessa Florina, Il Gatto con gli stivali e la Gatta bianca, Cappuccetto Rosso e il Lupo, Cenerentola e il Principe Fortuné…
La Fata dei Lillà, accompagnata dalla Fata Diamante (simbolo dell’amore eterno), la Fata Zaffiro (simbolo della saggezza), La Fata Oro (simbolo della perfezione) e la Fata Argento (simbolo della purezza) sono tutte presenti per proteggere l’unione dei due giovani sposi.
Aurora e Desiré partecipano ai festeggiamenti, che si concludono con una solenne celebrazione, dove le Fate vegliano sulla felicità della coppia principesca e sulla pace nel regno.
Jean-Guillaume Bart