La domanda da cui sono partito è semplice: come può il teatro musicale raggiungere un nuovo pubblico, eterogeneo e non elitario? Cosa si può fare perché l’opera venga percepita dal maggior numero di persone possibile come momento di condivisione culturale e di intrattenimento intelligente, piuttosto che come evento inaccessibile o ancor peggio mondano? Basta mettergli le ruote e farla uscire allo scoperto, portarla nel pubblico. Da qui l’idea di un’opera – camion, un’opera che viaggia di piazza in piazza con la sua orchestra e la sua compagnia di cantanti.
Un teatro musicale che cita e rinnova la tradizione italiana legata al racconto fantastico: i cantastorie, il teatro delle marionette e i carri di Tespi. Lo spettacolo arriva, si mostra e riparte per una nuova città. OperaCamion perché la scenografia è un vero autocarro, usato in tutti gli spazi di cui dispone: la cabina, il rimorchio, le sponde. Un set speciale, creato ad hoc per un titolo popolare e accattivante: Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini. E allora Figaro! Il bravo factotum, istrionico e poliedrico questa volta si improvvisa camionista e porta la sua storia in piazza. Gli intrighi e gli intrecci amorosi tra i personaggi si svolgono tutti dentro, sopra, sotto e intorno al camion. La sponda si apre e diventa proscenio, all’interno del rimorchio un’architettura stilizzata, volumi e aperture che prendono vita grazie alle immagini poetiche e surreali di Gianluigi Toccafondo. Una scenografia in cui le animazioni video ampliano la possibilità di sviluppare un racconto visionario in cui gli ambienti si trasformano emotivamente, dilatandosi o rimpicciolendosi a tempo di musica in prospettive falsate, ispirate alle grafiche del tardo 700. Monete giganti sgorgano dalle tasche dell’abito di Figaro travolgendo il Conte d’ Almaviva, esplosioni di cuori e serpenti animano i capelli di Rosina che, chiusa nella sua piccola stanza sogna città stilizzate dal gusto spagnoleggiante, mentre le ombre reali di Bartolo e Basilio, diventano in un gioco di controluce i loro fantasmi interiori che ricoprono tutto lo spazio scenico. Figaro! vuole essere una magia aperta, un gioco comico e malinconico in cui le dimensioni si stravolgono e dove tutto ciò che è conosciuto può diventare folle, oscuro, grottesco.
La versione dell’opera ridotta a cinque personaggi permette una durata contenuta dello spettacolo: tutto si svolge in un solo atto. Questo Barbiere di Siviglia nella sua forma di OperaCamion realizza il mio desiderio di portare l’opera nelle strade e di offrire a un nuovo pubblico un racconto divertente e poetico, energico come una danza: l’emanazione diretta e visionaria della musica di Rossini.
Fabio Cherstich