Il Teatro Costanzi ebbe il grande merito nell’essere stato il primo teatro italiano ad ospitare Les Ballets Russes di Sergei Diaghilev. Dopo una prima accoglienza poco calorosa nel 1911, vi tornarono nel 1917, nel 1920 e ’21. Il pubblico, ancora fortemente legato al melodramma, al virtuosismo fine a se stesso e a balli di tradizione romantica, non si entusiasmò per questi “balletti” di breve durata che avevano, invece, meravigliato i parigini. Questi avevano percepito l’innovazione diaghileviana, la mirabile fusione del lavoro di artisti figurativi, compositori e coreografi di rilievo, in cui i virtuosismi dei solisti erano una conseguenza del racconto e non fini a se stessi. I pareri di critica furono discordanti ma ci fu chi riconobbe già nella loro prima tournée italiana l’eccezionalità di ballerini come Tamara Karsavina e Vaslav Nijinsky. Tuttavia lo spessore rivoluzionario di cui Les Ballets Russes furono portatori non modificò significativamente l’atteggiamento culturale italiano nei confronti della danza. Le coreografie presentate nel 1911 furono tutte di Michel Fokine (Il padiglione di Armida, Le silfidi, Danze Polovtsiane, Carnaval, Shéhérazade, Cleopatra) tranne il romantico Giselle di Jean Coralli.