Musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij
Balletto in un prologo e tre atti
Durata 3 ore circa (compresi due intervalli)
TRAMA
Alla corte di re Florestano XXIV si festeggia la nascita della principessa Aurora, che viene presentata ai cortigiani. Giungono le sei fate a portare, con i loro cavalieri, doni e benedizioni. La serenità della festa è turbata dall’apparizione della perfida fata Carabosse, irritatissima per non essere stata invitata alla cerimonia e che pronuncia una terribile maledizione: Aurora a sedici anni morirà dopo essersi punta un dito. La fata dei Lillà, simbolo del Bene, modifica il maleficio: Aurora non morirà, dormirà profondamente e la sveglierà un bacio d’amore. Davanti ai cancelli della reggia, tre donne sono intente a lavorare ai ferri, contraddicendo al decreto reale che aveva proibito l’uso di ogni oggetto pungente. Le donne vengono graziate dal re e dalla regina, in occasione del sedicesimo compleanno di Aurora. Si iniziano le feste, la principessa danza l’adagio della rosa con i quattro pretendenti ma la perfida Carabosse, in abito da vecchio offre ad Aurora dei fiori che celano un ago. La maledizione si avvera. Aurora cade addormentata, ma si addormenta anche tutta la corte, mentre la fata dei Lillà con un incantesimo avvolge la reggia in un’intricata foresta. Cento anni dopo in una radura, il principe Florimondo gioca con i compagni. Rimasto solo incontra la fata dei Lillà che suscitando la visione di Aurora, ne racconta la storia. Florimondo, guidato dalla fata si avvia al castello. Vince le resistenze di Carabosse e, giunto al letto di Aurora, la bacia risvegliandola. Tutti tornano alla vita e la giovane coppia è benedetta dai genitori di Aurora. Nel finale, si festeggiano le nozze di Aurora e Florimondo.