Musiche di
Ludwig Minkus
Libretto Marius Petipa
Dal XIX secolo il romanzo di Miguel de Cervantes ha ispirato numerosi balletti la cui struttura coreografica varia considerevolmente dall’uno all’altro in ragione del fatto che ogni coreografo è stato affascinato in modo diverso dai vari episodi del racconto. Si sono impegnati in questa personalissima trasposizione coreografica artisti come J.G. Noverre, F. Hilverding, C.L. Didelot, S. Taglioni, A. Bournonville, fino ad arrivare ai creatori delle produzioni ancora presenti nei repertori dei più grandi teatri: M. Petipa, A. Gorsky, G. Balanchine e R. Nureyev. Il Teatro dell’Opera ha ospitato tutte e quattro le versioni dei coreografi appena menzionati anche se di Petipa e Gorsky sono stati eseguiti solo i pas de deux. Quello di Petipa ha avuto come interpreti E. Terabust ed E. Bruhn nel 1968, mentre l’estratto dalla coreografia di Gorsky è stato portato in scena nel 1975 dagli ospiti del Balletto Accademico di Stato dell’U.R.S.S.. Risale alla stagione 1952/53 l’arrivo a Roma dei complessi del New York City Ballet che presentarono il pas de trois dal Don Chiciotte di G. Balanchine (non si trattava, però, del lavoro che il coreografo avrebbe sviluppato solo nel 1965 con la collaborazione del compositore L. Nabokov). Del tutto inedita fu la struttura de Il Ritratto di Don Chisciotte (Parigi, Théâtre des Champs-Elysées, 1947) che comparve sul palcoscenico del teatro romano nel 1957 ad opera di A. Milloss. Mancavano completamente le formule del ballet d’action che hanno caratterizzato le maggiori produzioni coreografiche ispirate al romanzo ed il Don appariva il protagonista incontrastato, scavato nella sua interiore sofferenza, dinanzi alla constatazione dell’irrealizzabilità dei propri ideali. La versione di Nureyev coreografo (Vienna, State Opera Ballet, 1966), legata alla commedia dell’arte e alle sue maschere, trovò spazio al Teatro dell’Opera nella stagione 1998/99 con R. Bolle e M. Guerra alternatisi nel ruolo di Basilio.