Il 12 dicembre la Stagione 2017-18 apre con La damnation de Faust di Berlioz, un nuovo allestimento in coproduzione con il Regio di Torino e il Palau de Les Arts Reina Sofía di Valencia affidata a due artisti molto amati dal pubblico del Teatro dell’Opera. Damiano Michieletto firma la regia con una messa in scena, in accordo con la direzione musicale di Daniele Gatti, dal taglio cinematografico tra salti temporali e immagini oniriche lontane da attualizzazioni e realismo. Del resto il mito di Faust raccontato da Goethe nell’idea musicale originaria di Berlioz non era stato concepito per il teatro, bensì come “leggenda drammatica” cioè un’opera da concerto e in questa forma vide la sua prima rappresentazione assoluta nel 1846. Un’opera in cui tutto è simbolico e i personaggi non sono delineati così nettamente come nel melodramma.
L’uomo che scende a patti con il diavolo fino a sacrificare la propria anima, pur di possedere i segreti della natura, nell’immaginario del regista si incarna in un inquieto adolescente. La scena diventa uno spazio simbolico quasi astratto che dal candore asettico di un laboratorio si trasforma lentamente nell’abisso nero in cui Mefistofele risucchia Faust
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