Applausi entusiasti da parte di un pubblico internazionale proveniente da tutti i Paesi del Golfo hanno accolto l’esecuzione di Pagliacci di Ruggero Leoncavallo che i complessi del Teatro dell’Opera di Roma hanno portato alla Royal Opera House di Muscat nell’Oman.
Un successo motivato da una riuscitissima unione fra la regia di Franco Zeffirelli e un contributo musicale di grande qualità. Festeggiatissimi sia l’Orchestra, diretta dal maestro Paolo Olmi, sia il Coro diretto dal maestro Roberto Gabbiani: “Un grande favore, già durante le prove – ha dichiarato il direttore generale del Teatro dell’Oman Umberto Fanni – avevano accolto la qualità dell’orchestra e del coro romani. Siamo veramente orgogliosi di aver ospitato complessi di tale livello”.
Di primissimo piano il cast, capeggiato da uno straordinario José Cura, che ha avuto un successo personale per l’appassionata interpretazione di Canio. Insieme a lui Davinia Rogriguez (Nedda), Marco Vratogna (Tonio), Gezim Mishketa (Silvio) e Francesco Pittari (Beppe).
Ha riscosso dunque un meritato successo la tournée del Teatro dell’Opera di Roma in questo paese arabo che si è aperto da circa 50 anni alla modernità, grazie alla lungimiranza del Sultano Qaboos bin Said Al Said. Proprio quest’ultimo, appassionato e aperto alla cultura occidentale, aveva dato il via più o meno nello stesso periodo (2007) alla costruzione sia di una grande e splendida Moschea sia di un teatro d’opera, unico sinora nella penisola Arabica.
Dotato di un’eccellente acustica e delle più avanzate dotazioni tecniche, il teatro ha ospitato al meglio la prima tournée in Oman del Teatro dell’Opera di Roma. “Un’occasione storica – ha dichiarato il sovrintendente Carlo Fuortes – resa possibile anche dalla grande apertura culturale che alcuni Paesi del Golfo Persico, e in particolare l’Oman, hanno sviluppato nei confronti dell’Europa e dell’ Occidente in generale. Il Sultano e’ stato particolarmente attento a costruire ponti nei confronti del resto del mondo cercando insieme di conservare le proprie tradizioni”.
Anche la decisione di ospitare un’opera come Pagliacci, una vicenda cruda che culmina in un femminicidio, testimonia di un notevole coraggio. A favore di questa scelta ha giocato l’allestimento firmato nel 1992 proprio all’Opera di Roma da Franco Zeffirelli, un regista molto amato nel paese mediorientale dove allestì, nel 2011, la Turandot inaugurale del Teatro. Ancora una volta dunque la maestria e l’eleganza di un prodotto italiano vengono riconosciute.
A proposito di questa sua regia, Franco Zeffirelli ha ricordato come Pagliacci sia “l’unica opera che ho realizzato in abiti contemporanei, poiché Leoncavallo aveva preso spunto proprio da un episodio di sangue dell’epoca che suo padre (un magistrato) era stato chiamato a giudicare. Questa attualizzazione, l’unica nella mia carriera, è stata possibile grazie al preziosissimo contributo della costumista Raimonda Gaetani, da anni mia collaboratrice”.