«Un uomo perseguitato dall’orrore di un terribile incidente, spaventato dai pettegolezzi e che forse, prima ancora della disgrazia, ha sempre agito in modo diverso da chi lo circonda». Con queste parole Deborah Warner descrive Peter Grimes, l’emarginato protagonista dell’omonima opera di Britten che la regista britannica porta in scena al Teatro Costanzi dall’11 al 19 ottobre 2024. Il nuovo allestimento, realizzato in coproduzione con il Teatro Real di Madrid – dove ha debuttato nel 2021 –, la Royal Opera House di Londra e l’Opéra National di Parigi, segna il ritorno di Warner a Roma dopo Billy Budd nel 2018, vincitore di un Premio Abbiati della critica italiana, di un Olivier Award e di un International Opera Award. La prima rappresentazione è trasmessa in diretta su Radio3 Rai. Affidato alla bacchetta del direttore musicale del teatro Michele Mariotti, che per la prima volta si confronta con un’opera di Britten, Peter Grimes vede protagonisti sul palco Allan Clayton nel ruolo del titolo, Sophie Bevan nei panni di Ellen Orford e Simon Keenlyside in quelli di Balstrode, tutti e tre al loro debutto al Costanzi. La regista tornerà al Costanzi a settembre 2025 firmando un altro capolavoro di Britten, The Turn of the Screw.
Opera simbolo del conflitto tra massa e individuo, il Peter Grimes di Britten è un dramma sull’esclusione sociale, il pregiudizio e la crudeltà della folla. Deborah Warner trasforma il villaggio ottocentesco in cui è ambientata la vicenda in una decadente cittadina costiera della Gran Bretagna contemporanea, mettendo in scena una comunità impoverita, arrabbiata e sofferente, dove la miseria si mescola al rancore e al pregiudizio, e in cui il pescatore Peter Grimes diventa vittima di una società alla ricerca di un capro espiatorio. Uno spettacolo dai profondi e drammatici risvolti psicologici, che vede il contributo delle scene di Michael Levine, i costumi di Luis F. Carvalho, le luci di Peter Mumford, i video di Justin Nardella e le coreografie di Kim Brandstrup. Maestro del Coro, cui la partitura richiede un grande impegno, è Ciro Visco.
«La durezza dell’esistenza di coloro che si guadagnano da vivere sul tratto di costa del sud est inglese è tema centrale sia dell’opera di Britten sia del poema di Crabbe, The Borough, da cui è tratto il libretto – prosegue la regista Deborah Warner –, con similitudini che permangono sino a oggi. Nonostante le innovazioni tecnologiche, quella del pescatore solitario è ancora un’esistenza faticosa. Volevamo far rivivere questa storia in una cornice contemporanea, senza però cadere in un pericoloso sentimentalismo verso la povertà del passato, per cui il dolore e il rancore nati da un’esistenza di privazione rischiano di perdersi. Non volevamo che questa realtà venisse ammorbidita trasferendo la storia in un altro periodo: Peter Grimes viene rifiutato da una comunità feroce e stressata, e volevamo rendere questa percezione immediata».
Regista britannica di fama internazionale, Deborah Warner è rinomata per i suoi innovativi allestimenti delle opere di Shakespeare, Ibsen, Brecht e, nell’ambito dell’opera lirica, di Benjamin Britten. Oltre al già citato Billy Budd, ha firmato una nuova produzione della cantata Phaedra di Britten nel 2020 e, più recentemente, di The Turn of the Screw, sempre per la Royal Opera House, che le è valso un Evening Standard e un South Bank Award. Nel 2014 ha inaugurato la stagione del Teatro alla Scala mettendo in scena il Fidelio di Beethoven diretto da Barenboim. Tra i suoi ultimi lavori, invece, si ricordano Messiah per l’Opéra de Lyon e Wozzeck per la Royal Opera House. Nel corso della sua pluriennale carriera, si è dedicata anche alla regia cinematografica realizzando The Last September (1999) e The Waste Land, per cui ha ottenuto il premio Un Certain Regard al festival di Cannes. Ha inoltre ricevuto l’onorificenza di Comandante dell’Ordine dell’Impero Britannico.
«Come Britten, anch’io sono nato in una città di mare – dice il direttore musicale dell’Opera di Roma Michele Mariotti –, elemento che può accogliere ma anche respingere, isolare. Per Grimes, il mare è fonte di vita e di riscatto, ma diventerà la sua tomba, poiché verrà spinto a morire da una società miope e giudicante verso tutto ciò che, non conformandosi ad essa, diventa inevitabilmente diverso e pericoloso. Peter Grimes è senza dubbio uno dei grandi capolavori del Novecento, un magistero di orchestrazioni e suoni, e in cui molto presente, appunto, è l’elemento liquido e inafferrabile del mare».
Accanto a Mariotti, sale sul palco nel ruolo di Peter Grimes il tenore Allan Clayton, già apprezzato interprete della regia del Grimes di Deborah Warner nel 2021 al Teatro Real di Madrid – che ha segnato anche il suo debutto nella parte – e alla Royal Opera House nel 2022. Con un repertorio che spazia dal barocco al contemporaneo, canta nei principali teatri d’opera al mondo, dalla Metropolitan Opera di New York alla Staatsoper di Berlino. La parte di Ellen Orford vede invece impegnata il soprano Sophie Bevan. Vincitrice di un Times Breakthrough Award ai South Bank Sky Arts Awards del 2012 e di uno Young Singer Award agli International Opera Awards inaugurali del 2013, collabora regolarmente con importanti direttori come Antonio Pappano, Daniel Harding, Andris Nelsons ed Edward Gardner. Simon Keenlyside è invece il capitano Balstrode, baritono dall’ampio repertorio di ruoli, tra cui i principali in Don Giovanni – che ha inciso sotto la guida di Claudio Abbado per la Deutsche Grammophon – Eugene Onegin, Wozzeck, Billy Budd, Hamlet, Macbeth e Rigoletto. Completano il cast Clive Bayley (Swallow), Jacques Imbrailo (Ned Keene), Catherine Wyn-Rogers(Auntie), Clare Presland (Mrs. Sedley), John Graham-Hall (Bob Boles), Jennifer France (First Niece), Natalia Labourdette (Second Niece), James Gilchrist (Rev. Horace Adams), Stephen Richardson (Hobson), Daniele Massimi (A fisherman), Michela Nardella (Fisher-woman), Leonardo Trinciarelli (A lawyer).
In occasione della messa in scena di Peter Grimes, l’Opera di Roma dedica il quarto numero della rivista di attualità e approfondimento culturale “Calibano” al protagonista del dramma di Britten e alla tematica dell’outsider. In libreria dal 31 luglio, “Calibano. Peter Grimes/L’outsider”, realizzata in collaborazione con effequ, raccoglie contributi di Patricia MacCormack, docente di Filosofia all’Anglia Ruskin University di Cambridge, Paolo Mereghetti, Christian Raimo, Vanni Santoni – in lizza per il Campiello 2024 –, Simone Marcelli Pitzalis – premio Pagliarani Poesia –, Marinella Senatore e altri.
La prima rappresentazione è prevista per venerdì 11 ottobre alle ore 20.00 ed è trasmessa in diretta su Radio 3 Rai. Repliche domenica 13 ottobre (ore 16.30), martedì 15 ottobre (ore 20.00), giovedì 17 ottobre (ore 20.00), sabato 19 ottobre (ore 18.00). Anteprima giovani mercoledì 9 ottobre (ore 19.00).