Alle Terme di Caracalla, da sabato 14 luglio è in scena Carmen di Georges Bizet, con la regia di Valentina Carrasco, nell’edizione ambientata sulla frontiera fra Messico e Stati Uniti, rappresentata con grande successo lo scorso anno; sul podio Ryan McAdams, nei panni di Carmen Ketevan Kemoklidze, Don José Andeka Gorrotxategui, Escamillo Simón Orfila. Repliche 19, 29, 31 luglio e 2 agosto.
“Trovare un universo per Carmen che riesca ad allontanarsi dai cliché che di solito accompagnano l’opera, è una grande sfida. – ha affermato la regista Carrasco. – D’altra parte, una visione troppo astratta non ci permette di comunicare uno degli aspetti più importanti del personaggio, la sua marginalità. La grande singolarità di Carmen come eroina, consiste nel fatto che essendo una donna socialmente di bassa condizione sociale, può “permettersi” di essere libera. Molto diversamente da Don Giovanni – personaggio con cui condivide il bisogno assoluto di libertà (non soltanto amorosa, ma libertà totale) – lei non è nobile, ma lavora in una fabbrica, non ha casa, ma è nomade, e soprattutto, non è uomo. È un’eroina tragica senza averne quasi il diritto. Partendo da questo presupposto e dal fatto che i conflitti presenti nell’opera sono di assoluta attualità, abbiamo ambientato l’azione nella frontiera tra il Messico e gli Stati Uniti. Questo ci permette di dare una caratterizzazione nella quale un ceto sociale povero, marginale, svalutato, quello dei lavoratori e immigrati illegali messicani, va incontro ad un altro che, pur considerandosi superiore, non riesce a comprendere il mistero della loro cultura, ma ne è affascinato. Il contesto attuale, col ritorno delle divisioni nazionali, l’ascesa del maschilismo e la condizione degradata della donna, fa di questa opera e le riflessioni che innesca, una questione più che mai necessaria”.