S|CONFINAMENTI
LA STAGIONE 2023-24 DELL’OPERA DI ROMA

Il debutto italiano nell’opera di registi internazionali come Simon Stone, Ersan Mondtag e del duo Le Lab. La prima volta all’Opera di Roma di Claus Guth, Allex Aguilera e Luca Micheletti in veste di regista. Il ritorno di Barrie Kosky, Deborah Warner e Damiano Michieletto. La presenza di celebrati coreografi come William Forsythe, Benjamin Millepied e, per la prima volta al Costanzi, di un lavoro di Uwe Scholz. Accanto a loro grandi bacchette come quelle di Marc Albrecht, Juraj Valčuha, Omer Meir Wellber e naturalmente del direttore musicale Michele Mariotti, che propone ben quattro titoli operistici e due concerti. Star della lirica come Lisette Oropesa, Maria Agresta, Vittorio Grigolo, Erwin Schrott, John Osborn, Karita Mattila, Gregory Kunde e Simon Keenlyside. Un’equilibrata alternanza di opere poco frequentate come Mefistofele di Boito, L’heure espagnole di Ravel, Jenůfa di Janáček e Peter Grimes di Britten, con altre del grande repertorio come Il flauto magico, Otello, La sonnambula, oltre a Tosca e Turandot proposte a Caracalla in omaggio a Puccini nel centenario della scomparsa, e che segnano il debutto all’opera dell’archistar Massimiliano Fuksas. Una prima assoluta con L’ultimo viaggio di Sindbad, commissionata a Silvia Colasanti, e tratta dall’omonimo testo di Erri De Luca. E il ritorno del direttore onorario a vita, Riccardo Muti, alla testa della Chicago Symphony Orchestra.

 

È la stagione 2023-24 dell’Opera di Roma, la cui immagine è stata affidata a un grandissimo artista figurativo come Giulio Paolini, scelto in collaborazione con il MAXXI, e che ha realizzato una serie di evocativi collage volti a rappresentare con la sua raffinata poetica i titoli in cartellone.

 

«La nuova stagione rappresenta la conferma e il potenziamento di un’idea di teatro che lo scorso anno avevamo definito con cinque aggettivi: aperto, curioso, sensibile, inclusivo, sfidante – dice il sovrintendente Francesco Giambrone. La nostra visione non cambia, e si arricchisce grazie a uno sforzo produttivo ancora più sostenuto, con scelte progettuali ambiziose e itinerari anche insoliti. S|Confinamenti diventa il nostro motto: con una linea a separare, ma anche a unire, il confine e il suo superamento. Abbiamo cercato di avere uno sguardo ampio e di abbracciare sia il grande repertorio di Verdi, Mozart, Boito, Puccini e Bellini, sia lo straordinario patrimonio di capolavori assoluti del Novecento europeo, da Britten a Janáček, da Strauss a Ravel, senza tralasciare la contemporaneità con voci come quelle dei compositori italiani Silvia Colasanti e Fabio Vacchi. Anche nella proposta di danza affianchiamo i tre celebri balletti romantici di Čajkovskij e creazioni di grandi coreografi del nostro tempo come Forsythe, Uwe Sholz e Benjamin Millepied. Il nostro – conclude Giambrone – vuole essere un teatro che accetta la sfida di porre domande, di interrogarsi su quello che accade nel mondo attorno a noi, sui mutamenti sociali, sui grandi temi della contemporaneità e anche su quelli che sono propri dell’umanità da sempre. Non un universo chiuso in sé, che si autocompiace degli spettacoli che produce o degli artisti che porta in scena, ma un luogo che si apre al pensiero, al desiderio di conoscenza e a percorsi di crescita che, come tutti i viaggi che hanno come meta un teatro, non possono che renderci migliori».

 

Il cartellone si presenta quindi con 10 nuove produzioni, di cui 6 d’opera e 4 di danza, 11 titoli operistici, 7 balletti e 5 concerti, con un totale di 28 serate in più dello scorso anno: il 25% in più di attività. La stagione sarà seguita dal Caracalla Festival 2024 di cui possiamo già anticipare alcuni titoli: il balletto Carmen e l’omaggio a Puccini con Tosca e Turandot, proposte nel progetto creativo di Massimiliano e Doriana Fuksas.

 

Sempre molto proficua la collaborazione con la Rai. Rai Cultura riprenderà ben tre titoli – il Mefistofele inaugurale proposto in diretta, il Dittico formato da Gianni Schicchi di Puccini e L’heure espagnole di Ravel, e La sonnambula di Bellini – e li trasmetterà su Rai5, mentre Radio3 trasmetterà tutta la stagione d’opera e di concerti.

 

«Il Teatro dell’Opera di Roma è un’istituzione di grande tradizione per la cultura cittadina, nazionale e internazionale – dichiara Roberto Gualtieri, Sindaco di Roma e Presidente della Fondazione – che con i suoi programmi di altissima qualità ha raggiunto negli ultimi anni consensi di pubblico vastissimi. I successi e il ruolo del Teatro nell’ampio panorama artistico mondiale sono la linfa vitale nell’ideazione di un programma di assoluta qualità, che in questa nuova stagione vedrà un incremento di titoli e serate per soddisfare una richiesta sempre più vasta, capace di raggiungere l’intera città. Il Teatro dell’Opera di Roma sarà ancora una volta espressione culturale del grande patrimonio di bellezza che custodisce con cura e passione, dalla musica al canto, dalla danza agli allestimenti scenici. Grazie al sovrintendente Francesco Giambrone e a tutti i professionisti che con il loro prezioso lavoro rendono tangibile la magia dell’arte».

 

 

 

LA RETE DI COLLABORAZIONI ISTITUZIONALI E IL TEATRO DIFFUSO

La cura nella proposta artistica della stagione procede di pari passo con l’apertura del Teatro alla città. Per questo la rete di collaborazioni istituzionali all’interno di Roma si allarga sempre di più e si arricchisce di nuove relazioni progettuali e di future condivisioni. Con il MAXXI, Musica per Roma, con EUR S.p.A. attraverso EUR Culture per Roma, Romaeuropa Festival, l’Istituzione Università e Concerti, Festival Equilibrio, la Soprintendenza Speciale di Roma, le Università e il mondo della scuola, con Atac, con i quindici Municipi di Roma Capitale, presìdi fondamentali del territorio, e con alcuni pezzi della grande rete diffusa dell’associazionismo culturale di comunità.

Accanto alla stagione ufficiale di opere, balletti e concerti, e alle attività di “Fabbrica” Young Artist Program e della Scuola di Danza, fioriscono quindi iniziative nuove o nate in questi mesi e che si consolideranno: Linea Opera, che ha iniziato a costruire una forte relazione con i tanti territori, Una notte a teatro, che ci aiuterà a rafforzare, soprattutto tra i bambini e tra i giovani, l’idea che il teatro è come una casa, e Cantamondo, corso di formazione al canto corale per i bambini delle scuole primarie per promuovere il loro processo di integrazione attraverso il linguaggio della musica.

La stagione e tutte le attività della Fondazione sono rese possibili grazie alla collaborazione con i nostri soci privati Camera di Commercio di Roma e ACEA. Così come è fondamentale l’apporto di aziende che da anni – o anche più di recente – hanno scelto di sostenere le nostre attività in qualità di Mecenati e Sponsor: Banca del Fucino, Terna, BMW Roma e Aeroporti di Roma.

 

LE COPRODUZIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI

All’apertura alla città corrisponde uno sguardo rivolto all’Italia e all’Europa: sono state strette collaborazioni con alcuni dei più importanti teatri nazionali e internazionali. Con il Teatro Real di Madrid per Mefistofele firmato da Simon Stone; con il Festival Puccini di Torre del Lago per il Dittico formato da L’heure espagnole e da Gianni Schicchi; con la Royal Opera House di Londra per Jenůfa; mentre Peter Grimes è coprodotto con il Teatro Real di Madrid, il Covent Garden di Londra e l’Opéra National di Parigi.

 

OPERA

 

Il debutto italiano nell’opera di Simon Stone con Mefistofele, in diretta su Rai5 e Radio3

Come da nuova consuetudine, lunedì 27 novembre si inaugura la stagione con la nuova produzione di Mefistofele di Arrigo Boito, proposto con la direzione di Michele Mariotti e la regia di Simon Stone che, dopo i successi nei più importanti teatri e festival del mondo, mette in scena per la prima volta un’opera nel nostro paese. Lo spettacolo, coprodotto con il Teatro Real di Madrid, vede protagonisti John Relyea nel ruolo del titolo, Maria Agresta come Margherita ed Elena, Joshua Guerrero come Faust. La serata inaugurale è ripresa da Rai Cultura e trasmessa in diretta su Rai5 oltre che su Radio3 Rai. Repliche fino al 5 dicembre.

 

Mariotti dirige Tosca con Anna Pirozzi, Vittorio Grigolo ed Erwin Schrott

Pochi mesi dopo averla diretta per la prima volta in tournée in Giappone e subito dopo Mefistofele, il 9, 12 e 14 dicembre Michele Mariotti torna sul podio per interpretare Tosca. Lo spettacolo è quello “storico” con le scene originali della prima rappresentazione assoluta del capolavoro pucciniano, che dal 2015 viene regolarmente proposto al Costanzi con grande successo di pubblico. La regia è di Alessandro Talevi. Sul palco sono protagoniste tre star della lirica come Anna Pirozzi, Fabio Sartori ed Erwin Schrott (in alternanza con Amartuvshin Enkhbat).

 

Il flauto magico firmato Michieletto per la prima volta a Roma

Damiano Michieletto torna al Costanzi con un suo spettacolo già apprezzato a Venezia e a Firenze: Die Zauberflöte (Il flauto magico) di Mozart, che arriva per la prima volta a Roma dal 13 al 21 gennaio. Il regista ambienta l’opera in una scuola, e ne fa un viaggio iniziatico verso l’autoconsapevolezza e la maturità, in uno scontro tra le forze della ragione e del dogmatismo. La direzione è affidata a Michele Spotti, classe 1993, recentemente nominato Direttore musicale dell’Opéra di Marsiglia, al suo debutto a Roma. Sul palco salgono Juan Francisco Gatell ed Emőke Baráth nelle parti di Tamino e Pamina, Markus Werba come Papageno, Aleksandra Olczyk e John Relyea incarnano invece la Regina della notte e Sarastro.

 

Ersan Mondtag debutta nella regia lirica in Italia con il dittico Gianni Schicchi e L’heure espagnole

La terza produzione del direttore musicale Michele Mariotti è la seconda tappa del progetto triennale “Trittico ricomposto”, realizzato in collaborazione con il Festival Puccini di Torre del Lago in occasione del centenario della morte del compositore. Il suo Trittico viene scomposto e ricomposto in tre dittici, proposti uno all’anno per tre stagioni, grazie all’accostamento di ogni titolo a un altro capolavoro del Novecento. Dopo Il tabarro e Il castello del Principe Barbablù, è la volta ora di Gianni Schicchi affiancato a L’heure espagnole di Ravel. La nuova produzione di questo dittico è affidata a uno dei nuovi astri del teatro tedesco: il regista Ersan Mondtag, trentaseienne di origini turche, che firma anche le scene e realizza per la prima volta un’opera in Italia. Gianni Schicchi è interpretato da un celebre basso-baritono specializzato in ruoli buffi: Carlo Lepore. Nel cast di L’heure espagnole invece spicca il mezzosoprano francese Karine Deshayes, al suo debutto al Costanzi. Dal 7 al 16 febbraio.

Il progetto “Trittico ricomposto” si concluderà nella stagione 2024-25 con Suor Angelica di Puccini affiancata al Prigioniero di Dallapiccola, affidati alla regia di Calixto Bieito.

 

Il ritorno di Barrie Kosky con Salome diretta da Marc Albrecht

Torna all’Opera di Roma, dopo il successo del Flauto magico messo in scena nel 2018, il regista australiano Barrie Kosky, conteso dai principali festival e teatri del mondo e vincitore quest’anno del Premio Abbiati della critica italiana. Dal 7 al 16 marzo Kosky propone il capolavoro di Richard Strauss Salome, tratto da Oscar Wilde, in un allestimento già apprezzato a Francoforte che si interroga su chi sia la fanciulla di Galilea. La sua identità sfuggente sembra piuttosto definirsi attraverso lo sguardo degli altri personaggi, tutti immersi nel buio di un’inquietante scatola nera, illuminata di tanto in tanto da coni di luce. Sul podio sale uno degli interpreti straussiani più riconosciuti: Marc Albrecht, che debutta al Costanzi. La temibile parte di Salome è affidata a Lise Lindstrom, anche lei per la prima volta sul palco dell’Opera di Roma.

 

Lisette Oropesa debutta nella Sonnambula

Un altro grande ritorno a Roma è quello del soprano americano di origine cubana Lisette Oropesa, che ha segnato la storia recente del Costanzi con l’indimenticabile film-opera La traviata diretto da Mario Martone durante la pandemia. Oropesa affronta per la prima volta nella sua carriera La sonnambula di Bellini, affiancata da altri celebri belcantisti come John Osborn, Roberto Tagliavini e Monica Bacelli. Sul podio sale Francesco Lanzillotta. La nuova produzione dello spettacolo è affidata alla coppia di registi francesi Jean-Philippe Clarac e Olivier Deloeuil noti come “Le Lab”, che lavorano per la prima volta in Italia. Dal 9 al 17 aprile.

 

Progetto Janáček con Jenůfa firmata da Claus Guth e diretta da Juraj Valčuha

A maggio prosegue un altro progetto triennale: quello legato al compositore ceco Leoš Janáček, che ha già visto in scena Kát’a Kabanová e Da una casa di morti, e che si conclude con Jenůfa. Tutti e tre i titoli sono realizzati in collaborazione con la Royal Opera House di Londra. Jenůfa, in programma dal 2 al 9 maggio, segna il debutto all’Opera di Roma del grande regista tedesco Claus Guth, che proprio con questo spettacolo si è aggiudicato l’Olivier Award nel 2022 per la miglior produzione operistica. A dirigerla è chiamato Juraj Valčuha, apprezzatissimo interprete della musica di Janáček, attuale direttore musicale della Houston Symphony Orchestra, che debutta al Costanzi. Nel cast spicca la grande Karita Mattila nella parte della sagrestana Buryjovka.

 

L’Otello di Verdi con Gregory Kunde

Le grandi voci di Gregory Kunde, Roberta Mantegna e Igor Golovatenko sono protagoniste dell’Otello di Verdi in scena dal 1° al 12 giugno in un allestimento preveniente dall’Opéra di Monte-Carlo e dall’Opera Nazionale di Tbilisi. Lo spettacolo, proposto in prima italiana, è firmato da Allex Aguilera, noto per le sue collaborazioni con il collettivo catalano La Fura dels Baus e al suo debutto al Costanzi. Sul podio torna, dopo il successo nella scorsa stagione con Pagliacci, Daniel Oren.

 

Deborah Warner firma Peter Grimes

Il suo Billy Budd, proposto a Roma nel 2018, si era aggiudicato il Premio Abbiati della critica italiana, l’Olivier Award e l’International Opera Award. Ora torna al Costanzi con un altro capolavoro di Britten: Peter Grimes, realizzato in coproduzione con Teatro Real di Madrid, Royal Opera House di Londra e Opéra National di Parigi. È la regista britannica Deborah Warner, che dall’11 al 19 ottobre propone uno spettacolo dai risvolti psicologici profondi e drammatici, affidato alla direzione di Michele Mariotti, per la prima volta alle prese con un’opera di Britten. Sul palco sono protagonisti Allan Clayton come Peter Grimes, Sophie Bevan nei panni di Ellen Orford e Simon Keenlyside in quelli di Balstrode. Peter Grimes manca dall’Opera di Roma dal 1961.

 

L’ultimo viaggio di Sindbad di Silvia Colasanti in prima assoluta con la regia di Luca Micheletti

Chiude il cartellone lirico una commissione del Teatro dell’Opera di Roma alla compositrice Silvia Colasanti tratta da un testo di Erri de Luca: L’ultimo viaggio di Sindbad, proposto in prima esecuzione assoluta dal 16 al 23 ottobre 2024 al Teatro Nazionale, in collaborazione con Romaeuropa Festival. La storia del capitano di un vecchio battello arrivato al suo ultimo viaggio, con un carico di uomini, donne e bambini, diventa specchio di uno dei grandi drammi del nostro tempo, tra echi biblici e leggende del mare. A mettere in scena la nuova produzione dello spettacolo è chiamato Luca Micheletti, artista poliedrico impegnato per la prima volta all’Opera di Roma in veste di regista. Sul podio debutta Enrico Pagano.

 

Cenerentola di Viardot al Nazionale in un nuovo allestimento dello Young Artist Program “Fabbrica”

Nel cartellone lirico trova spazio anche una nuova produzione completamente affidata a “Fabbrica”, lo Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma diretto da Lorenzo Amato. I talenti della quarta edizione 2023/24, team creativo, cantanti e maestri collaboratori, sono tutti chiamati a produrre uno spettacolo che debutta al Teatro Nazionale dal 28 al 31 maggio: Cenerentola di Pauline Viardot, proposta nella versione italiana curata da Vincenzo De Vivo.

 

 

BALLETTO

 

La nuova stagione di balletto del Teatro dell’Opera di Roma prosegue in continuità con gli ultimi anni, potenziando il lavoro di valorizzazione della cultura ballettistica portato avanti da Eleonora Abbagnato. Accanto alla trilogia di Čajkovskij (Lo schiaccianoci, Il lago dei cigni, La bella addormentata), titoli e creazioni di autori che entrano nel repertorio del Corpo di Ballo. Étoiles, primi ballerini, solisti e tutta la compagnia del Lirico capitolino saranno impegnati in due tournée: a Parigi e Dubai con Les deux nuits, una serata che affianca Nuit Dansée di Giorgio Mancini e Nuit Romaine di Angelin Preljocaj e che vede protagonisti anche Eleonora Abbagnato e Friedemann Vogel; a Barcellona, al Gran Teatre del Liceu, con Il lago dei cigni firmato da Benjamin Pech.

 

Chalmer firma un nuovo Schiaccianoci con i costumi di Falaschi

La danza parte con il tradizionale balletto delle festività natalizie, in scena anche la vigilia di Natale e di Capodanno. Dal 21 al 31 dicembre è in programma Lo schiaccianoci di Čajkovskij nella visione di Paul Chalmer in un nuovo allestimento firmato da Andrea Miglio per le scene e da Gianluca Falaschi per i costumi. Assieme alle stelle romane, i ruoli dei protagonisti sono affidati a Maia Makhateli e Victor Caixeta che tornano a danzare insieme dopo La Bayadère dello scorso febbraio. Sul podio Nir Kabaretti.

 

Al Teatro Nazionale due nuove creazioni

Il 2024 inizia con un programma dedicato ai nuovi talenti della coreografia. Al Teatro Nazionale, dal 31 gennaio al 2 febbraio, in scena due creazioni per il Corpo di Ballo. In apertura Yellow di Adriano Bolognino, vincitore del Premio Danza&Danza 2022 come coreografo emergente, alla prima esperienza con i danzatori del Lirico capitolino. Completa il dittico I died for love di Simone Repele e Sasha Riva che, dopo la fortunata esperienza della scorsa estate in Mass di Bernstein, tornano a collaborare con l’Opera di Roma. Il nuovo allestimento ha le scene di Michele Della Cioppa e i costumi di Anna Biagiotti. Musiche su base registrata.

 

Playlist di Forsythe nella serata dedicata alla danza contemporanea

 

Playlist di Forsythe nella serata dedicata alla danza contemporanea

Forte del successo delle ultime stagioni, dal 23 al 29 marzo si rinnova la formula del Trittico di danza, coraggiosamente voluta da Eleonora Abbagnato. La serata si apre con Windgames di Patrick de Bana, realizzato nel 2013 per il Wiener Staatsballett sull’Opus 35 di Čajkovskij, che porta per la prima volta il suo linguaggio coreografico all’Opera di Roma. Segue Women, una creazione del brasiliano Juliano Nunes, uno dei più promettenti giovani coreografi al suo debutto a Roma, su musiche del pianista e compositore danese Alexander Mackenzie. Conclude la serata Playlist (Track 1, 2), lavoro creato per l’English National Ballet nel 2018, in cui William Forsythe ha saputo accostare classicismo e atletismo del balletto con i ritmi della musica new-soul e house. Musiche su base registrata.

 

Fumi Kaneko debutta al Costanzi con Il lago dei cigni

Record di incassi alla prima del 2019, Il lago dei cigni firmato da Benjamin Pech ritorna in scena dal 19 al 27 giugno. Il tradimento, quello di Benno nei confronti del Principe, e quello involontario del Principe nei confronti di Odette, diventa il tema centrale di questa versione. Nei ruoli principali la giapponese Fumi Kaneko, al suo debutto al Costanzi, e il russo Vadim Muntagirov, entrambi primi ballerini del Royal Ballet di Londra. La musica di Čajkovskij è affidata alla bacchetta di Koen Kessels, direttore musicale del Royal Ballet.

 

La bella addormentata con Marianela Núñez e Reece Clarke

Dopo la pausa estiva, al Teatro Costanzi dal 14 al 22 settembre, va in scena La bella addormentata, ultimo dei tre balletti di Čajkovskij. Jean-Guillaume Bart ha lavorato a questo titolo concentrando la sua attenzione sulla coerenza drammaturgica, utilizzando la partitura di Čajkovskij nella sua interezza per dare una maggiore unità teatrale all’opera coreografica. Grande attesa per il ritorno della fuoriclasse Marianela Núñez, mentre Reece Clarke, Principal del Royal Ballet di Londra, al debutto al Costanzi, sarà il principe Désiré, ruolo che nella versione di Bart ha molto più spazio del solito. Sul podio Kevin Rhodes.

 

Per la prima volta a Roma Il rosso e il nero di Scholz

Entra nel repertorio della compagnia capitolina la creazione di Uwe Scholz Il rosso e il nero, in scena dal 26 ottobre al 2 novembre. Nei tre atti della sua composizione, Scholz è riuscito a dare una veste coreografica al celebre romanzo di Stendhal, cogliendo a pieno l’essenza del dramma, con un collage di musiche di Hector Berlioz. Arriva al Costanzi in un nuovo allestimento firmato da Ignasi Monreal per le scene e Anna Biagiotti per i costumi. Étoiles e primi ballerini dell’Opera faranno rivivere il triangolo passionale di Julien Sorel con Madame de Rênal e Mathilde de la Mole. Sul podio dell’orchestra romana, per la prima volta, Martin Georgiev.

 

Due lavori di Benjamin Millepied su musiche di Philip Glass per il Festival Equilibrio 2024

È dedicato interamente a Benjamin Millepied il programma in cartellone a febbraio alla Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica, in co-realizzazione con la Fondazione Musica per Roma nell’ambito del Festival Equilibrio 2024. Due lavori nati dalla visionarietà di Millepied e dallo stretto rapporto con la partitura di Philip Glass: Closer, arioso duetto tra un uomo e una donna, dall’impianto classico e dalla forte sensibilità moderna, e On the other side, terzo capitolo della trilogia Gems, una rivisitazione di Diamonds di Balanchine, creato nel 2016 e adesso proposto in una versione ripensata per i danzatori dell’Opera di Roma.

 

 

CONCERTI

 

Torna all’Opera di Roma anche il suo direttore onorario a vita Riccardo Muti, per un concerto straordinario con la Chicago Symphony Orchestra in occasione del centenario della Banca del Fucino. In programma brani di Ljadov, Stravinskij e Strauss. Accanto a questo, altri quattro concerti con i complessi artistici del Teatro, due del Direttore musicale Michele Mariotti, uno di Omer Meir Wellber e uno di Roberto Abbado. Il 20 febbraio Mariotti accosta lo Stabat Mater di Pergolesi con il balletto di Stravinskij Pulcinella, che su musiche di Pergolesi è basato; mentre il 14 maggio propone la cantata Aleksandr Nevskij di Prokof’ev con la proiezione del film di Ėjzenštejn e la Sinfonia n. 4 di Čajkovskij. Il 10 febbraio Wellber dirige Proximity or Closeness, una coreografia di Ermanno Sbezzo danzata da Eleonora Abbagnato e Sergio Bernal, su musiche di Mahler e Schnittke, a cui accosta il Requiem di Mozart. Il 15 marzo invece, è in programma la prima assoluta della nuova versione per orchestra di Bandiere nere di Fabio Vacchi, da un testo sulla nascita dell’ISIS del giornalista Joby Warrick, premio Pulitzer nel 2016. Sul podio Roberto Abbado dirige anche l’ouverture dall’Egmont di Beethoven e alla Sinfonia n. 1 di Šostakovič.

 

Roma, 9 giugno 2023

 

 

La collaborazione con il MAXXI

Museo nazionale delle arti del XXI secolo e Giulio Paolini

Il 2022 ha visto la firma di un protocollo d’intesa tra la Fondazione Teatro dell’Opera di Roma e la Fondazione MAXXI volto a sviluppare azioni condivise di valorizzazione e promozione delle arti del XXI secolo. In questo contesto, e per la realizzazione di un progetto di committenza ispirato ai titoli della Stagione 2023/2024, è stato selezionato dal Direttore del MAXXI Arte Bartolomeo Pietromarchi, l’artista di fama internazionale Giulio Paolini. Il lavoro di Paolini, realizzato in sinergia tra il Teatro e il Museo – e curato per il MAXXI da Elena Motisi – conduce gli spettatori in una dimensione sospesa nel tempo e nello spazio. Sono 24 i collage inediti che tra visioni e rievocazioni, consentono al presente e al passato di convivere con apparente naturalezza in una dimensione spaziale rigorosa ma al tempo stesso dinamica.

Ci troviamo in un universo senza confini temporali, all’interno di pagine dell’arte in cui corpi abbandonati rimandano alla forza demoniaca del Mefistofele, o al desiderio tormentato dell’ Otello; figure intrappolate nella loro solitudine restituiscono il crudo realismo delle vicende contadine di Jenůfa, o ci pongono di fronte al ritratto psicologico di un Peter Grimes vittima della comunità a cui appartiene; e sagome mosse dalla passione si dirigono verso un pugnale sul palcoscenico della Tosca. A questo, fanno da eco ambientazioni incantate come quelle della Sonnambula, in cui fragili figure femminili escono dalle loro cornici; sfere colorate gravitano in galassie ignote celebrando il Natale dello Schiaccianoci; il Papageno del Flauto Magico si eleva volteggiando all’interno di una cupola stellata dai rimandi esoterici; e fogli strappati invadono il palco del Teatro dell’Opera, e danzano sulla pagina cremisi come ballerine di carta.

Nei collage, i frammenti della composizione assumono una dimensione tridimensionale e vivono sulle tavole ora bianche, ora nere, caratterizzate dalle linee prospettiche proprie del linguaggio di Paolini. All’ interno di queste “stanze di carta” i personaggi si inseguono e si moltiplicano, traguardando e superando il limite della pagina come fosse un palcoscenico. Quello costruito dal Maestro, è un paesaggio di rimandi in cui – cosi come nel Teatro coesistono scenografie fisse ed elementi dinamici – convivono forze centrifughe, pianeti che orbitano attorno a nuove stelle, ed elementi tratti dal mondo dell’arte.

Elena Motisi, 2023