Stagione 2016/2017

Tristan und Isolde

Direttore

Daniele Gatti

Regia

Pierre Audi

Maestro del Coro

Roberto Gabbiani

Drammaturgo

Willem Bruls

Scene e costumi

Christof Hetzer

Luci

Jean Kalman

Video

Anna Bertsch

Interpreti principali


Tristan

Andreas Schager

Re Marke

John Relyea /
Andreas Hörl 11

Isolde

Rachel Nicholls

Kurwenal

Brett Polegato

Melot

Andrew Rees

Brangäne

Michelle Breedt

Un pastore

Gregory Bonfatti

Un timoniere

Gianfranco Montresor

Voce di un giovane marinaio

Rainer Trost

Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma

Nuovo allestimento in coproduzione con Théâtre des Champs-Élysées di Parigi e De Nationale Opera di Amsterdam

 

In lingua originale con sovratitoli in italiano e inglese

 

 

 

 



Atto primo

In mare, sul ponte della nave di Tristano, durante la traversata dall’Irlanda alla Cornovaglia.

Isotta è sulla tolda della nave che la sta portando dall’Irlanda alla Cornovaglia. Ella è prigioniera di Tristano, che la scorta da Re Marke, suo zio, cui Isotta deve andare in sposa. Un marinaio intona una canzone in cui si accenna ad una «vergine irlandese», e alle orecchie di Isotta le parole di quel canto suonano come un’offesa, un insopportabile oltraggio alla sua condizione di principessa. Quando l’ancella Brangania le rivela che la nave sta per giungere in Cornovaglia, Isotta inveisce furiosa contro il proprio popolo, colpevole di essersi piegato vilmente al nemico.
Nella seconda scena Tristano è anch’egli sul ponte della nave e fissa assorto il mare, accanto al fido scudiero Curvenaldo. Isotta ordina a Brangania di ingiungere a Tristano di renderle omaggio, visitandola nella sua tenda. Tristano rifiuta e Curvenaldo spiega a Brangania il motivo di tale diniego: Tristano è un eroe, ha ucciso l’irlandese Morold, promesso sposo di Isotta, poiché egli vessava la Cornovaglia, terra di Re Marke, imponendo iniqui tributi; ora, dopo l’annientamento di Morold, Tristano porta Isotta a Re Marke in sposa come segno della propria vittoria. Saputo del racconto beffardo di Curvenaldo, Isotta inveisce contro Tristano ed il suo seguito e narra all’ancella di quando una piccola nave portò sulle coste dell’Irlanda un uomo gravemente ferito, che le fu affidato in cura grazie alle arti magiche che ella aveva ereditato dalla madre. Nell’uomo Isotta aveva riconosciuto Tristano e subito aveva progettato di ucciderlo per vendicare Morold, ma fu vinta dallo sguardo dell’eroe, che suscitò nel suo cuore un misto di attrazione e pietà. Decise così di strapparlo alla morte con le sue cure. Tristano, guarito, partì, ma dopo poco tornò per portare Isotta, principessa d’Irlanda, in isposa a Marke, un semplice vassallo.
Terminato il racconto, Isotta, furibonda al ricordo di quest’ultima ingiuriosa sopraffazione, decide di vendicarsi di Tristano offrendogli, con la scusa di un brindisi pacificatorio, un filtro velenoso. Curvenaldo avvisa le due donne di prepararsi allo sbarco poiché la nave è ormai prossima alla costa, ma Isotta invita lo scudiero a mandare da lei Tristano per un brindisi di riconciliazione. Giunto l’eroe, Isotta gli porge la coppa preparata da Brangania. Entrambi bevono, ma invece della morte li coglie un’inestinguibile corrente di reciproca attrazione: l’ancella infatti, incapace di assecondare la distruttiva volontà di Isotta, ha versato nel liquido della coppa non il filtro venefico, ma il filtro dell’amore.
Tristano ed Isotta, ormai avvinti da una passione incoercibile, si scambiano parole di estatico rapimento mentre le fanfare di benvenuto e le urla di giubilo della folla annunciano l’arrivo in Cornovaglia.

 

Atto secondo

Nel castello di Re Marke in Cornovaglia.

Nel giardino del castello di Re Marke, in una ammaliante notte estiva, Isotta attende con impazienza l’arrivo dell’amato Tristano, mentre in lontananza echeggiano i suoni della battuta di caccia che Re Marke sta compiendo con il suo seguito. Brangania invita però Isotta ad essere cauta e in particolare a diffidare di Melot, infido amico di Tristano e segretamente innamorato di Isotta, che ha organizzato la caccia come trappola per allontanare Re Marke e sorprendere poi i due amanti clandestini.
Isotta liquida con impazienza quelli che ritiene sospetti infondati e spegne la torcia che arde nei pressi: sarà quello il segnale che annuncerà a Tristano che nulla ostacola il loro incontro. Quindi, in preda ad un crescente, irrefrenabile desiderio, attende impaziente l’amato, che finalmente giunge dalle tenebre della notte che protegge il loro incontro: essi si scambiano parole di estatico rapimento e, congiunti in un grandioso duetto, innalzano una sorta di inno alla notte, regno del nulla e dell’amore, opposto al mondo del giorno, infido e nemico. Mentre gli amanti sono al culmine della passione, Brangania, che vegliava guardinga l’incontro notturno, annuncia l’irrompere sulla scena di Re Marke, seguito da Melot e dal suo seguito. Il re, offeso dal tradimento di Tristano, colto in flagrante con la sua promessa sposa, interroga addolorato l’amato nipote sui motivi del suo oltraggioso comportamento. Tristano non risponde, rapito nell’estasi amorosa e ormai dimentico del mondo e del suo stesso onore, e invita Isotta a seguirlo nel regno della notte. A quel punto Melot, colmo di gelosia, sfida Tristano a duello: i due estraggono le spade, ma l’eroe porge il proprio petto al nemico, che furiosamente lo trafigge.

 

Atto terzo

Nel castello di Tristano in Bretagna.

Ai piedi di un grande albero giace Tristano ormai morente, vegliato dal fido Curvenaldo, mentre risuona la desolata melodia della zampogna di un pastore. Lo scudiero chiede quindi al pastore di intonare un canto gioioso se, scrutando il mare, vedrà apparire la nave di Isotta. Alle parole di Curvenaldo Tristano riprende lentamente coscienza ed in una sorta di delirio esalta il regno della notte, al quale ormai egli appartiene, ma nel contempo reclama un temporaneo ritorno al giorno per attendere Isotta, maledicendo il chiarore della torcia che divide i due amanti ed evita che possano ricongiungersi nel regno delle tenebre e del nulla. Quindi, arso dalla febbre, egli crede di veder giungere la nave di Isotta, ma alla sua angosciata richiesta a Curvenaldo di confermargli l’arrivo del vascello dell’amata risponde la dolorosa melodia del pastore. Tristano ricorda allora che udì quella canzone da fanciullo quando i suoi genitori morirono e d’improvviso è colto dalla visione di Isotta, che lo raggiunge solcando il mare. Ma un nuovo gioioso motivo del pastore annuncia che la nave di Isotta sta realmente raggiungendo la costa. Questa accorre al capezzale di Tristano, che, in preda ad una crescente eccitazione, si strappa le bende dalla ferita anelando il ricongiungimento con l’amata. Quando Isotta finalmente lo raggiunge, egli spira tra le sue braccia.
Irrompono quindi in scena Brangania, seguita da Melot, che viene ucciso da Curvenaldo. Arriva anche Re Marke che, saputo dell’inganno del filtro, era giunto per perdonare i due amanti e ora lamenta affranto la desolata scena di morte che lo accoglie. Isotta, estranea ormai a ciò che accade attorno a lei, anela solo a ricongiungersi a Tristano oltre la soglia del giorno ed in un lungo monologo conclusivo ella si trasfigura e muore accanto all’amato, mentre un luminoso e sereno accordo in maggiore conclude l’opera.

SI RINGRAZIA PER IL SOSTEGNO Astaldi

Dove

Teatro Costanzi

Maggiori info

Le date

Prima rappresentazione

  • domenica
    27
    Nov
    ORE 16:30 Turno A

Le repliche

  • mercoledì
    30
    Nov
    ORE19:00 Turno B
  • sabato
    03
    Dic
    ORE18:00 Turno D
  • martedì
    06
    Dic
    ORE19:00 Turno c
  • venerdì
    09
    Dic
    ORE19:00 Turno F
  • domenica
    11
    Dic
    ORE14:00 Turno E

Anteprima giovani

giovedì
24
Nov
18:00

La recita del 27 novembre sarà trasmessa in diretta
su Rai5 e Rai Radio3

Rai Cultura